lunedì 29 marzo 2010

Astute, coraggiose e occasionalmente belle

Ieri c’era il sole e l’aria di primavera entrava tra i tanti libri della Biblioteca Nazionale delle Donne di Bologna.
Dalla palazzina arrivava una musica antica che riportava ai tempi delle suore musiciste che abitarono per secoli il collegio di Santa Cristina: a suonarla una ragazzina, Erica, arrivata dal Conservatorio di Adria.
Accanto a lei Francesca e Benedetta, dieci anni, lettrici attente, precise, garbate che, sotto la guida di Anna Amadori del Teatro Reon, davano voce ad uno dei libri della collana “Belle, astute e coraggiose”, in catalogo per EL.
L’occasione era la presentazione della nuova fatica editoriale di Beatrice Masini che firma i primi quattro romanzi della collana, arrivati da poco sugli scaffali.
Beatrice è tra il pubblico, ascolta le bambine che leggono, che fanno sentire il ritmo della storia, che parola dopo parola, delineano i contorni di Min, perfida bambina che vive in una Cina fuori dal tempo, facile agli insulti e alle angherie, protagonista di La bambina e il drago.
Il racconto finisce, l’arpa ferma le sue corde ed è la volta dell’autrice: a lei il compito di raccontare il perché del nome della collana preso a prestito dal bel libro francese di Véronique Beerli, di dire come nasce una storia, di ricordare una ragazzina con piedi enormi incontrata a Fano, alla quale si è ispirata per il libro titolato, appunto, La bambina con i piedi lunghi.
Di spiegare come sono le bambine che mette in pagina, di trovare, assieme ai ragazzi presenti, un sinonimo per astute, di rispondere alle domande che spaziano dal ruolo della donna nella società contemporanea all’autostima, dal perché della scelta dell’illustratrice a quando ha cominciato a scrivere, per finire con la voce di una bambina interessata a sapere se preferisce scrivere con la penna o con il computer.
Ora le porte si aprono sul bellissimo cortile, sul tavolo la versione moderna dei guesque, i famosi biscotti che le suore camaldolesi, vissute in Santa Cristina della Fondazza dal 1245 circa a fine 1700, preparavano per la nobiltà bolognese nelle grandi occasioni.
Questo il motto che accompagnava le leccornie.
"Fan biscotti con muschio, ed acqua rosa
Che non si può gustar la miglior cosa"
I bambini mangiano, corrono, qualcuno, accompagnato dai genitori, esce dalla biblioteca con una pila di libri in prestito, qualcun altro si fa dedicare una copia dall’autrice.
Poi i saluti e l’invito a ritrovarsi presto, per altre letture.
Silvana Sola

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