lunedì 17 marzo 2014

Pensare, verbo da riconiugare


Cari e affezionati lettori, la fiera è in arrivo, i programmi delle mostre e degli incontri, sono pubblicati, i media hanno cominciato a dire la loro. Una mostra dedicata ad Ugo Fontana ha fatto la parte del leone sull'inserto del Corriere. Gli adolescenti, quelli molto cattivi, o quelli cattivi a metà, hanno guadagnato la scena, e le ragazze madri adolescenti fanno da contraltare. In mezzo ai fenomeni, a quelle che vengono definite le tendenze, ci sono i libri solitari, quelli che se ne stanno in disparte, non certo per loro timidezza. E così, come sempre, devo contare sulle mie forze, sulla mia vista, sul mio tempo e sul mio pensiero. Allora infilo nella borsa un piccolo libro giallo di Anna Vivarelli con le vignette di Vanna Vinci.  Alle cinque del mattino, riposata, con gli occhi aperti e vigili lo prendo in mano e leggo tutto fino alla fine, con un godimento che non provavo da tempo. L'ammirazione per Anna Vivarelli mi commuove. Il valore di questo libro è immenso, dal punto di vista letterario, pedagogico e politico. Vorrei ritornare maestra ed avere un anno di quinta elementare per preparare il passaggio alle scuole medie.
Alla mostra dei Valvoline, Vanna Vinci me lo aveva consigliato, "è roba buona", giudizio un po' sbrigativo ma ci si intende al volo. Grazie Vanna, grazie Anna.
Grazia Gotti 

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